18 Settembre 2024

Pensione Opzione Donna: come è cambiata nel tempo

La pensione "Opzione Donna" è una misura di pensionamento anticipato introdotta per le lavoratrici italiane nel 2004 dalla Legge n. 243; Questa misura nel tempo ha subito diverse modifiche, l'ultima delle quali è stata sancita dalla Legge di Bilancio per il 2024 (Legge n. 213/2023). Ecco un'analisi della sua evoluzione, dai requisiti originali fino alle ultime novità normative.

Origini e requisiti iniziali (Legge n. 243/2004)

La pensione “Opzione Donna” è stata concepita come uno strumento per offrire alle lavoratrici una maggiore flessibilità nel raggiungere il pensionamento, permettendo loro di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro a fronte di alcune condizioni.

I requisiti iniziali erano:
  • Età: 57 anni per le lavoratrici dipendenti e 58 anni per le lavoratrici autonome.
  • Contributi: almeno 35 anni di contributi.
  • Tipologia di calcolo: il calcolo dell’assegno pensionistico veniva effettuato interamente con il sistema contributivo, che poteva comportare una riduzione significativa dell’importo della pensione rispetto al sistema misto o retributivo.

Questa forma di flessibilità, sebbene allettante per molte lavoratrici, ha suscitato fin da subito preoccupazioni riguardo alla sostenibilità economica dell’assegno pensionistico nel lungo termine, soprattutto a causa delle riduzioni provocate dal passaggio al sistema contributivo.

Le modifiche successive

Nel corso degli anni, la pensione “Opzione Donna” ha subito diverse proroghe e modifiche, dovute sia all’evoluzione del sistema pensionistico italiano che alle dinamiche del mercato del lavoro femminile. Alcuni dei principali cambiamenti sono stati:

  • Proroghe annuali: in più occasioni, il governo ha deciso di prorogare la misura, con la possibilità di modificare i requisiti d’accesso in base alle esigenze fiscali e demografiche.
  • Pensione limitata solo ad alcune categorie: con il passare degli anni, sono stati introdotti ulteriori requisiti e condizioni al fine di ridurre la platea delle lavoratrici interessate.

Dal 2012: introduzione delle finestre mobili

La Legge “Fornero” non modifica direttamente i requisiti per l’Opzione Donna, ma introduce cambiamenti significativi per il sistema pensionistico in generale, che influenzano indirettamente le condizioni di accesso. Per la pensione “Opzione Donna” viene introdotta una “finestra mobile” di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome, posticipando di fatto la decorrenza della pensione.

Dal 2018: aumenta il requisito anagrafico

Dopo diverse proroghe e sospensioni della normativa, da gennaio 2018 Possono accedere alla pensione anticipata c.d. opzione donna le lavoratrici che abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome). La decorrenza di pensione è sempre fissata dopo 12 mesi (per le lavoratrici dipendenti) o 18 mesi (per le lavoratrici autonome) di finestra mobile.

Dal 2023: primo importante restyling di opzione donna

Una delle novità di maggior rilievo della legge di bilancio 2023 (Legge n. 197/2022) è la proroga con restyling di Opzione donna che permette il pensionamento anticipato per quelle lavoratrici che al 31 dicembre 2022 hanno almeno 35 anni di anzianità contributiva e almeno 60 anni di età, purché accettino il ricalcolo dell’assegno con regole integralmente contributive. Il requisito anagrafico dei 60 anni si riduce di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni.

Requisiti

Requisiti da raggiungere entro il 31 dicembre 2022

  • 35 anni di contributi da lavoro effettivo
  • 58 anni di età con 2 o più figli
  • 59 anni di età con 1 figlio
  • 60 anni di età negli altri casi

Per la liquidazione della pensione, dalla data di maturazione dei requisiti è necessario aspettare la c.d. finestra pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti private e pubbliche e pari a 18 mesi per le lavoratrici autonome

Ulteriori condizioni

Inoltre, per poter accedere alla pensione opzione donna è necessario appartenere ad una delle categorie di seguito specificate.

Caregivers

Possono chiedere il beneficio Opzione Donna 2023 le lavoratrici che al momento della richiesta, assistono da almeno 6 mesi, un familiare convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della L. 104/92. Per familiare si intende il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado, un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Invalide civili

Possono chiedere il beneficio Opzione Donna 2023 le lavoratrici riconosciute invalidi civili di grado almeno pari al 74%.

Lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi

Possono chiedere il beneficio Opzione Donna 2023 le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa (art.1, co. 852, L. n. 296/2006). In tal caso, il requisito anagrafico delle lavoratrici sarà di 58 anni, a prescindere dal numero di figli.

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Dal 2024: secondo importante restyling di opzione donna

La legge di bilancio 2024 (Legge n. 213/2023) ha prorogato, con innalzamento del requisito anagrafico, la “nuova” Opzione donna introdotta nel 2023 grazie alla L. 197/2022. Oggi è possibile accedere alla pensione opzione donna per quelle lavoratrici che al 31 dicembre 2023 hanno almeno 35 anni di anzianità contributiva e almeno 61 anni di età, purché accettino il ricalcolo dell’assegno con regole integralmente contributive. Il requisito anagrafico dei 61 anni si riduce di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni.

Requisiti

Requisiti da raggiungere entro il 31 dicembre 2023

  • 35 anni di contributi da lavoro effettivo
  • 59 anni di età con 2 o più figli
  • 60 anni di età con 1 figlio
  • 61 anni di età negli altri casi
Finestre

Per la liquidazione della pensione, dalla data di maturazione dei requisiti è necessario aspettare la c.d. finestra pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti private e pubbliche e pari a 18 mesi per le lavoratrici autonome

Ulteriori condizioni

Inoltre, per poter accedere alla pensione opzione donna è necessario appartenere ad una delle categorie di seguito specificate.

Caregivers

Possono chiedere il beneficio Opzione Donna 2024 le lavoratrici che al momento della richiesta, assistono da almeno 6 mesi, un familiare convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della L. 104/92. Per familiare si intende il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado, un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Invalide civili

Possono chiedere il beneficio Opzione Donna 2024 le lavoratrici riconosciute invalidi civili di grado almeno pari al 74%.

Lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi

Possono chiedere il beneficio Opzione Donna 2024 le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa (art.1, co. 852, L. n. 296/2006). In tal caso, il requisito anagrafico delle lavoratrici sarà di 59 anni, a prescindere dal numero di figli.

Cristallizzazione dei requisiti

Le lavoratrici che hanno maturato 58 anni di età (59 anni se autonome) e 35 anni di contributi da lavoro effettivo entro il 31 dicembre 2021 possono comunque accedere alla pensione con i precedenti requisiti anagrafici e contributivi, indipendentemente dalla presenza e dal numero dei figli.

Cosa sono le finestre?

La c.d. finestra è il periodo che intercorre tra la maturazione dei requisiti per accedere alla pensione e la prima data utile di pagamento. Si tratta di un periodo di slittamento variabile che porta un risparmio allo stato.

Cumulo con contributi da lavoro estero?

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo, sono utili anche i periodi assicurativi maturati all’estero in Paesi ai quali si applica la regolamentazione dell’Unione europea in materia di sicurezza sociale (Stati dell’UE, Svizzera e Paesi SEE) e in Paesi legati all’Italia da convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, rispettando il minimale di contribuzione per l’accesso alla totalizzazione internazionale previsto dalla normativa comunitaria (52 settimane) o dalle singole convenzioni bilaterali. Possono essere totalizzati, inoltre, anche i periodi maturati nel Regno Unito sia antecedentemente che successivamente alla data del 31 dicembre 2020 (Circolare Inps n. 53 del 6 aprile 2021).

Le modifiche introdotte dalla Legge 213/2023 hanno ristretto ulteriormente l’accesso, riservando la misura a categorie specifiche di lavoratrici in condizioni di difficoltà, con l’intento di bilanciare l’esigenza di flessibilità con la sostenibilità del sistema pensionistico. Questi cambiamenti riflettono la continua necessità di adattare le politiche pensionistiche italiane all’evoluzione demografica e sociale, offrendo supporto a chi si trova in situazioni di fragilità, senza compromettere la stabilità finanziaria del sistema previdenziale.

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