Di cosa stiamo parlando?
È stata pubblicata la Circolare Inps numero 82 del 22 settembre 2023 che fa seguito al Decreto del Ministero del Lavoro del 21 marzo 2023 con cui il Ministero chiarisce alcuni aspetti relativi all’incentivo previsto per i lavoratori che pur avendo i requisiti per la pensione anticipata Quota 103, decidono di rimanere a lavoro e vedersi corrispondere direttamente in busta paga le trattenute contributive a proprio carico fino ai 67 anni.
L’incentivo contributivo spetta esclusivamente a quei lavoratori dipendenti del settore privato o pubblico che hanno raggiunto o che raggiungeranno i requisiti per la pensione anticipata Quota 103 entro il 31 dicembre 2024.
Requisiti quota 103
La Quota 103 può essere richiesta da tutti i lavoratori autonomi, dipendenti privati, pubblici e dagli iscritti alla gestione separata Inps anche per il tramite del cumulo gratuito dei periodi contributivi (escluse le casse professionali private di cui al D.lgs. 103/1996 o privatizzate di cui al D.lgs. 509/1994). I requisiti da raggiungere entro il 31 dicembre 2023 sono:
- 41 anni di contributi
- 62 anni di età
Da quando si raggiunge l’ultimo requisito tra età e contributi, è necessario attendere un periodo pari a:
+ 3 mesi di finestra per i lavoratori del settore privato
+ 6 mesi di finestra per i lavoratori del settore pubblico
Importo dell’incentivo
L’incentivo consiste in un aumento della busta paga per i lavoratori che decidono di ritardare il pensionamento, pari alla quota di contribuzione a loro carico, ovvero generalmente il 9,19%. Tale incentivo si applica a partire dalla prima decorrenza utile della pensione anticipata Quota 103. Nulla cambia per il datore di lavoro che dovrà continuare a versare all’Inps la quota di contribuzione a suo carico.
Chiaramente per quei lavoratori che hanno un’aliquota contribuita a loro carico inferiore, il beneficio andrà calcolato su quella percentuale e non sul 9,19%.
Effetti sulla pensione
Quota contributiva della pensione
Per coloro i quali optino per tale beneficio, si vedranno calcolare un montante contributivo inferiore per tutta la durata dell’incentivo in quanto il lavoratore si vedrà accreditati sulla posizione assicurativa non più il 33% della retribuzione pensionabile ma il 23,81%. Questo perché la quota di contributiva a carico del lavoratore (generalmente del 9,19%) gli sarà erogata dal datore di lavoro direttamente in busta paga.
Quota retributiva della pensione
La fruizione del beneficio non modifica la determinazione dell’importo delle quote di pensione calcolate con il sistema retributivo, le quali sono determinate sulla base della retribuzione pensionabile, in applicazione delle disposizioni normative vigenti per la gestione pensionistica a carico della quale è liquidato il relativo trattamento pensionistico. Questo significa che per le anzianità acquisite sino al 31 dicembre 1995 (o sino al 31 dicembre 2011 se l’assicurato vanta almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995) il calcolo della pensione non subirà decurtazioni.
Quanto conviene optare per l'incentivo?
Domanda
Per poter chiedere il pagamento diretto in busta paga del contributo a proprio carico, il lavoratore deve presentare una apposita domanda all’Inps (messaggio Inps n. 2426/2023). L’Inps entro 30 giorni dalla domanda, informerà il datore di lavoro per l’applicazione dell’incentivo.
Durata dell’incentivo
L’incentivo spetta fino al raggiungimento del primo tra i seguenti requisiti:
- Conseguimento di una pensione diretta (ovvero il soggetto decide di accedere alla pensione Quota 103 o accede con altra tipologia di pensione);
- Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia (67 anni fino al 31.12.2024) indipendentemente dall’accesso o meno alla pensione;
Nel caso in cui il soggetto percepisca anche una pensione di reversibilità, l’incentivo in parola è comunque applicabile.
Revoca
L’opzione revocabile in qualsiasi momento e gli effetti decorreranno dal mese successivo alla data di revoca.
Attenzione alla convenienza
- La somma di contribuzione che viene erogata al lavoratore andrà ad aumentare il reddito Irpef del soggetto quindi con un aumento della tassazione.
- L’importo della futura pensione subirà una diminuzione (quota contributiva, ovvero quella maturata dal 1° gennaio 1996 in poi per i soggetti che avevano meno di 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995) poiché l’aliquota di computo sulle retribuzioni percepite dalla data di accesso al beneficio, viene diminuita dal 33% al 23,81% della retribuzione pensionabile.