29 Dicembre 2023

Le pensioni nel 2024

Approvata definitivamente la legge di bilancio per il 2024. Vediamo insieme le principali novità in materia previdenziale.

La nuova legge di bilancio se da un lato vede la conferma di Quota 103 con restyling, inasprisce i requisiti di accesso per la pensione anticipata dei giovani lavoratori che hanno un primo contributo solo dopo dicembre 1995. Di seguito si riporta un elenco delle possibilità di uscita per l’anno 2024:

Pensione di vecchiaia

Per coloro che hanno contributi prima del 1996, si potrà accedere alla pensione con:

  • 67 anni di età
  • 20 anni di contributi

Deroghe ai 20 anni
Possono accedere alla pensione di vecchiaia con solo 15 anni di contributi i lavoratori che:

  • hanno maturato 15 anni di contributi entro il 31/12/1992;
  • risultano autorizzati al versamento dei contributi volontari entro il 31/12/1992;
  • hanno 25 anni di anzianità assicurativa e almeno 10 anni lavorati per periodi inferiori alle 52 settimane (non sono considerati gli anni lavorati interamente in cui risultano meno di 52 contributi settimanali, a causa del fatto che il part-time non arrivi a coprire tutte le 52 settimane per retribuzione inferiore al minimale).

Per coloro che hanno contributi solo successivamente al 31 dicembre 1995, si potrà accedere alla pensione con:

  • 67 anni di età
  • 20 anni di contributi
  • Importo soglia pari ad almeno l’importo dell’assegno sociale, ovvero per l’anno 2024 € 534,41 lordi mensili (fino al 31 dicembre 2023 era necessario raggiungere il valore di 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale)

Inoltre sarà possibile accedere alla pensione di vecchiaia indipendentemente dall’importo, con almeno 71 anni di età e 5 anni di contributi da lavoro effettivo.

Pensione di vecchiaia in totalizzazione

Si potrà accedere alla pensione con:

  • 66 anni di età
  • 20 anni di contributi
  • 18 mesi di finestra

Pensione anticipata ordinaria

Per coloro che hanno contributi sia entro il 31 dicembre 1995 che successivamente, si potrà accedere alla pensione con:

  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne
  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
  • 3 mesi di finestra

Per coloro che hanno contributi solo successivamente al 31 dicembre 1995, si potrà accedere alla pensione anticipata anche con:

  • 64 anni di età
  • 20 anni di contributi
  • Importo soglia pari a 3 volte il valore dell’assegno sociale nella generalità dei casi (minimo € 1.603,23 lordi mensili);
  • Importo soglia pari a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale nei confronti delle donne con un figlio (minimo € 1.496,35 lordi mensili);
  • Importo soglia pari a 2,6 volte il valore dell’assegno sociale per le donne con almeno due figli (minimo € 1.389,46 lordi mensili).
  • 3 mesi di finestra

(fino al 31 dicembre 2023 era necessario raggiungere almeno 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale sia per gli uomini che per le donne, indipendentemente dal numero dei figli)

Novità 2024
Il trattamento di pensione anticipata per i puri contributivi con almeno 64 anni di età, è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo di pensione (massimo 2.993,05 € mensili) e fino a quando il soggetto non ha compiuto l’età minima per la pensione di vecchiaia ordinaria (67 anni). Inoltre, il requisito contributivo dei 20 anni sarà adeguato biennalmente (dal 2025) in base all’aspettativa di vita come avviene per la pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi (donne) o 42 anni e 10 mesi (uomini).

Pensione di anzianità in totalizzazione

  • 41 anni di contributi
  • 21 mesi di finestra

Pensione anticipata precoci

  • 41 anni di contributi
  • Almeno 1 anno di contributi da lavoro effettivo prima dei 19 anni di età
  • 3 mesi di finestra per i lavoratori autonomi e dipendenti privati
  • 6 mesi di finestra per i dipendenti pubblici

Inoltre, è necessario essere in possesso di almeno una delle seguenti condizioni:

Disoccupati
Avere usufruito di tutta la disoccupazione NASpI spettante e restare senza indennità per almeno 3 mesi.
Caregivers
Assistere da almeno 6 mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della L. 104/92. Sono inclusi anche i soggetti che assistono, un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Invalidi Civili
Essere stati riconosciuti invalidi civili di grado almeno pari al 74%.
Lavori gravosi o lavori usuranti
Lavoratori dipendenti addetti alle attività gravose di cui al Decreto del Ministero del Lavoro del 5 febbraio 2018 e che svolgono tali attività da almeno sette anni negli ultimi dieci o da almeno sei anni negli ultimi sette prima del pensionamento ovvero; Lavoratori che svolgono un lavoro usurante di cui all’articolo 1, commi da 1 a 3 del decreto legislativo del 21 aprile 2011, n. 67.

Pensione anticipata computo gestione separata Inps

Ai sensi del D.M. numero 282/1996, per i lavoratori che hanno contributi prima del 1996 e con almeno 1 mese di contributi in gestione separata, è possibile accedere alla pensione se in possesso dei seguenti requisiti: 

  • 64 anni di età
  • 20 anni di contributi
  • meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995
  • almeno 5 anni di contributi accreditati presso l’Inps da gennaio 1996 in poi
  • Almeno un mese di contributi accreditato presso la gestione separata Inps L. 335/95
  • Importo soglia pari a 3 volte il valore dell’assegno sociale nella generalità dei casi (minimo € 1.603,23 lordi mensili);
  • Importo soglia pari a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale nei confronti delle donne con un figlio (minimo € 1.496,35 lordi mensili);
  • Importo soglia pari a 2,6 volte il valore dell’assegno sociale per le donne con almeno due figli (minimo € 1.389,46 lordi mensili).
  • 3 mesi di finestra

Novità assoluta dal 2024
Il trattamento di pensione è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo di pensione (massimo 2.993,05 € mensili) e fino a quando il soggetto non ha compiuto l’età minima per la pensione di vecchiaia ordinaria (67 anni). Inoltre, il requisito contributivo dei 20 anni sarà adeguato biennalmente (dal 2025) in base all’aspettativa di vita come avviene per la pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi (donne) o 42 anni e 10 mesi (uomini).

CHECK-UP PENSIONE

Trova risposta alla domanda "quando potrò andare in pensione"?

Ape Sociale

  • 63 anni + 5 mesi di età (fino al 31 dicembre 2023 bastavano 63 anni)
  • 30 anni di contributi

(36 anni per i lavoratori che svolgono lavori gravosi e 32 anni per i lavoratori edili). Inoltre, è necessario essere in possesso di almeno una delle seguenti condizioni:

Disoccupati
Avere usufruito di tutta la disoccupazione NASpI spettante.
Caregivers
Assistere da almeno 6 mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della L. 104/92. Sono inclusi anche i soggetti che assistono, un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Invalidi Civili
Essere stati riconosciuti invalidi civili di grado almeno pari al 74%.
Lavori Gravosi
Aver svolto per almeno 6 anni negli ultimi 7 oppure per almeno 7 anni negli ultimi 10 un lavoro gravoso (come da allegato n. 3 alla legge n. 234/2021).

Attenzione
La prestazione Ape sociale consiste in un assegno di accompagnamento sino alla pensione di vecchiaia erogato dall’Inps per 12 mesi all’anno il cui valore non potrà superare i 1.500,00 € lordi al mese. Dal momento in qui si raggiunge il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia si percepirà la pensione calcolata senza più il limite massimo.

Novità 2024
Dal 2024 il beneficio dell’ape sociale non sarà cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui e fino all’età per la pensione di vecchiaia.

Opzione Donna

Proroga e aumento dell’età per la nuova opzione donna. Le lavoratrici autonome e dipendenti potranno andare in pensione con almeno 35 anni di contributi da lavoro effettivo, accettando il calcolo contributivo della pensione, con i seguenti requisiti:

  • 59 anni di età per donne con due o più figli;
  • 60 anni con un figlio;
  • 61 anni negli altri casi.
  • 12 mesi di finestra per coloro che hanno contributi solo da lavoro dipendente
  • 18 mesi di finestra per coloro che hanno contributi anche da lavoro autonomo

Inoltre, è necessario essere in possesso di almeno una delle seguenti condizioni:

Caregivers
Assistere da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravita abbiano compiuto 70 anni oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
Invalide civili
Avere una riduzione della capacita lavorativa uguale o superiore al 74%;
Licenziate
Essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali e attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale (in questo caso vale il requisito anagrafico di almeno 59 anni a prescindere dal fatto di essere o meno madre di 2 figli).

Quota 103

Si potrà accedere alla pensione con:

  • 62 anni di età
  • 41 anni di contributi
  • 7 mesi di finestra per gli autonomi e dipendenti privati
  • 9 mesi di finestra per i dipendenti pubblici

Novità 2024
L’importo della pensione
, sino al compimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia, non potrà superare i 2.394,44 € al mese lordi (ovvero quattro volte il trattamento minimo INPS) e sarà calcolata con un calcolo puro contributivo per sempre.

La pensione non sarà cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui e fino all’età per la pensione di vecchiaia.

Riscatto buchi contributivi

Introdotta in via sperimentale fino al 31 dicembre 2025 una possibilità di riscatto oneroso per i lavoratori che hanno accreditato contributi solo dal 1996 in poi. Tale riscatto permette di coprire i “buchi” contributivi tra un rapporto di lavoro e un altro nel limite massimo di 5 anni di riscatto non sono coinvolti gli iscritti alle casse professionali).

Condizioni

  • Gli interessati non devono essere titolari di pensione diretta;
  • Dal momento che i beneficiari sono esclusivamente i nuovi iscritti, l’eventuale acquisizione di contribuzione di qualsiasi tipo prima del 1996 (es. accredito servizio militare), comporterà l’annullamento dell’operazione e l’obbligo di restituzione dei contributi già versati all’Inps, senza diritto agli interessi.

Incentivo per chi posticipa la pensione

I lavoratori dipendenti che hanno maturato i requisiti previsti per l’accesso alla pensione Quota 103 possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico. L’incentivo consiste in un aumento della busta paga per i lavoratori che decidono di ritardare il pensionamento, pari alla quota di contribuzione a loro carico, ovvero generalmente il 9,19%. Tale incentivo si applica a partire dalla prima decorrenza utile della pensione anticipata Quota 103. Nulla cambia per il datore di lavoro che dovrà continuare a versare all’Inps la quota di contribuzione a suo carico.

Attenzione alla convenienza
La somma di contribuzione che viene erogata al lavoratore andrà ad aumentare il reddito Irpef del soggetto quindi con un aumento della tassazione. L’importo della futura pensione subirà una diminuzione (quota contributiva, ovvero quella maturata dal 1° gennaio 1996 in poi per i soggetti che avevano meno di 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995) poiché l’aliquota di computo sulle retribuzioni percepite dalla data di accesso al beneficio, viene diminuita dal 33% al 23,81% della retribuzione pensionabile. L’incentivo spetta fino al raggiungimento del primo tra i seguenti requisiti:

  • Conseguimento di una pensione diretta (ovvero il soggetto decide di accedere alla pensione Quota 103 o accede con altra tipologia di pensione);
  • Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia (67 anni fino al 31.12.2024) indipendentemente dall’accesso o meno alla pensione;

Nel caso in cui il soggetto percepisca anche una pensione di reversibilità, l’incentivo in parola è comunque applicabile.

Rivalutazione delle pensioni

Per i già pensionati, l’importo della loro pensione subirà un aumento del 5,4% dal 1° gennaio 2024 per far fronte all’incremento dell’inflazione. Tale aumento però verrà ridotto in base all’importo della pensione, infatti, verrà attribuito in misura piena solo per pensioni fino a 2.271,76 € lordi mensili (importo pensione a novembre 2023). Per le pensioni di importo superiore ci sarà una riduzione:

Importo pensione lordo mensile (riferimento: novembre 2023)

Percentuale di rivalutazione

Fino a 2.271,76 €

5,400%

Da 2.271,77 € a 2.839,70 €

4,590%

Da 2.839,71 € a 3.407,64 €

2,862%

Da 3.407,65 € a 4.543,52 €

2,538%

Da 4.543,53 € a 5.679,40 €

1,998%

Da 5.679,41 €

1,188%

Fringe benefits

Limitatamente al periodo d’imposta 2024 viene introdotta una disciplina più favorevole per i beni ceduti e i servizi prestati al lavoratore (c.d. fringe benefits) con un limite di esenzione che da 258,23 € annui, passa a:

  • 2.000,00 € per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico
  • 1.000,00 € per gli altri lavoratori dipendenti

Possibile rimborsare al lavoratore, le spese sostenute per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale e delle spese per il contratto di locazione della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Le esenzioni riconosciute riguardano anche la base imponibile della contribuzione previdenziale.

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