Cos’è?
I lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) che hanno optato per il regime fiscale forfettario, possono richiedere (non sono obbligati) una riduzione pari al 35% della contribuzione previdenziale dovuta all’INPS.
Attenzione
L’istanza deve essere presentata entro il 28 febbraio e vale fino a revoca o perdita dei requisiti di accesso. La legge di Bilancio per il 2023 ha aumentato a 85.000 euro la soglia di ricavi e compensi che consente ai lavoratori autonomi di applicare un’imposta forfettaria del 15%. L’aliquota è ulteriormente ridotta al 5% nei primi 5 anni di svolgimento di una nuova attività.
Il regime fiscale
Il regime forfetario si applica ai soggetti persone fisiche titolari di redditi d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 85.000 euro e hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori. L’accesso al regime è inoltre precluso ai soggetti che, nel precedente periodo d’imposta, hanno redditi di lavoro dipendente o assimilati eccedenti l’importo di 30.000 euro.
Attenzione
Sono escluse dall’applicabilità del regime forfettario le società sia di persone che di capitali nonché le associazioni professionali.
Il reddito da assoggettare ad imposta (del 5% o del 15%) si calcola applicando ai ricavi e ai compensi percepiti nel periodo d’imposta il coefficiente di redditività che varia a seconda del codice ATECO 2017. Al reddito imponibile così calcolato devono essere sottratti gli oneri previdenziali versati nell’anno di riferimento e sul risultato finale si applica l’imposta.
Il regime previdenziale degli artigiani e commercianti
Gli artigiani e commercianti che hanno optato per il regime forfettario anche sotto il profilo previdenziale si vedranno ridotti del 35% i contributi dovuti all’INPS.
I contributi dovuti all’INPS si calcoleranno così:
- Una quota di contributi fissi dovuti indipendentemente dal reddito prodotto (si pagano solo i contributi fissi se il reddito prodotto non supera i 17.504,00 €)
- Una quota di contributi a percentuale sul reddito eccedente il minimale (quindi i 17.504,00 €)
Attenzione
È previsto un massimale di reddito annuo oltre il quale i contributi all’INPS non sono più dovuti. Per coloro che hanno iniziato a lavorare prima di gennaio 1996 il massimale per l’anno 2023 è pari ad € 86.983,00. Per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo dicembre 1995 il massimale per l’anno 2023 è pari ad € 113.520,00.
CHECK-UP PENSIONE
Il regime previdenziale degli iscritti alla gestione separata Inps
I soggetti liberi professionisti iscritti alla Gestione separata INPS, a differenza degli artigiani e commercianti, si vedranno calcolare la contribuzione dovuta all’INPS su tutto il reddito prodotto (non sono previsti minimali di reddito). La percentuale da destinare alla previdenza sociale è pari al 26,23%, e viene calcolata sul reddito lordo che emerge in base al coefficiente di redditività.
Attenzione
È previsto un massimale di reddito annuo oltre il quale i contributi all’INPS non sono più dovuti. Il massimale di reddito per l’anno 2023 è pari ad € 113.520,00.
La richiesta di riduzione contributiva
Per accedere al regime previdenziale agevolato è necessario trasmettere una specifica richiesta all’Inps entro il 28 febbraio; infatti, senza l’adesione esplicita al regime agevolato previdenziale lo stesso non viene attribuito, dato che l’accesso al regime forfettario anche sotto il profilo previdenziale è una facoltà. La riduzione contributiva consiste in un abbattimento, in misura pari al 35% (sia sulla parte fissa dei contributi che sulla parte variabile) dei contributi dovuti all’INPS.
Rinuncia
Coloro che fruiscono del regime agevolato potranno comunicare all’Inps la rinuncia a tale regime entro il 28 febbraio dell’anno successivo alla perdita dei requisiti; in tal caso, il regime contributivo ordinario sarà ripristinato con decorrenza 1° gennaio del medesimo anno. Le comunicazioni che perverranno dal 1° marzo di ogni anno determineranno il ripristino del regime contributivo ordinario dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Domanda
Per coloro che sono già iscritti all’Inps, la richiesta va fatta entro e non oltre il 28 febbraio dell’anno per il quale si intende usufruire del regime agevolato; se il termine non viene rispettato, l’accesso al regime agevolato non sarà consentito per l’anno in corso, ma dovrà essere ripresentata una nuova domanda entro il 28 febbraio dell’anno successivo e l’agevolazione sarà concessa con decorrenza 1° gennaio del relativo anno. Invece, coloro che intraprendono una nuova attività nel corso dell’anno, per la quale intendono aderire al regime agevolato, dovranno comunicare tale volontà tempestivamente, rispetto alla ricezione del provvedimento d’iscrizione, per consentire all’Inps la corretta e tempestiva predisposizione della tariffazione annuale. La domanda deve essere trasmessa per via telematica per il tramite del Cassetto Previdenziale Artigiani e Commercianti (Domande Telematizzate).
Attenzione
La cessazione comporta, ai fini previdenziali, l’applicazione del regime ordinario di determinazione e di versamento della contribuzione dovuta all’Inps. Come previsto dalle norme, il passaggio al regime previdenziale ordinario, in ogni caso, determina l’impossibilità di fruire nuovamente del regime previdenziale agevolato.
Aspetti pensionistici
Se si opta per il regime forfettario anche per la riduzione dei contributi Inps nella misura del 35% e si ha un reddito imponibile per l’anno 2023 fino a 17.504,00 € annui, non si vedranno accreditati 12 mesi in estratto conto contributivo ma solo 7. Questo potrebbe essere un problema per la pensione un domani. Infatti, per l’accredito della contribuzione versata trova applicazione l’art. 2 c. 29 L. 335/1995, in base al quale il pagamento di un importo pari al contributo calcolato sul minimale di reddito (€ 17.504,00 per il 2023) attribuisce il diritto a vedersi accreditati tutti i 12 mesi. Se l’importo complessivamente versato, a seguito dell’adesione al regime forfettario a livello previdenziale, risulta inferiore all’importo minimo dei contributi, verrà accreditato un numero di mesi proporzionale a quanto versato
Importi minimi contributi per l’anno 2023
(per vedersi accreditati 12 mesi)
- € 4.208,40 per gli artigiani
- € 4.292,42 per i commercianti
- € 4.591,30 per i liberi professionisti
Regime forfettario vs riduzione al 50% dei contributi per i soggetti pensionati con almeno 65 anni di età
L’accesso alla riduzione contributiva del 50% per i soggetti ultrasessantacinquenni pensionati non è compatibile con il regime forfettario in quanto le due agevolazioni sono alternative tra loro e non possono essere cumulabili. La Legge n. 190/2014 (comma n. 80 e n. 81) e successive modificazioni e integrazioni, esclude il riconoscimento di alcuni benefici contributivi per coloro che decidono di aderire al regime previdenziale agevolato.
Iscriviti alla nostra newsletter
I nostri ultimi articoli
La pensione di vecchiaia Inps nel 2025
La pensione di vecchiaia è una prestazione previdenziale erogata dall’Inps al compimento di una determinata età anagrafica unitamente al possesso di almeno 20 anni di contributi (in alcuni casi è possibile beneficiare della pensione in presenza anche di soli 5 o 15 anni di contributi). Vediamo le regole.
Contributi al 50% per gli artigiani e commercianti: le regole
La riduzione dei contributi INPS del 50% per artigiani e commercianti è una delle misure introdotte con la L. 207/2024 (Legge di Bilancio 2025), pensata per incentivare e sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali in Italia. In attesa della Circolare Inps, la norma prevede che tale incentivo può essere applicato solo a coloro che di iscrivano per la prima volta, nel 2025, ad una delle gestioni artigiani o commercianti dell’Inps.
Pensione quota 100, quota 102, quota 103 e lavoro: le regole del 2025
La Pensione Quota 100 è stata introdotta nel 2019 con l’obiettivo di consentire ai lavoratori di anticipare il pensionamento, combinando l’età anagrafica con gli anni di contribuzione. La misura ha rappresentato un importante cambiamento rispetto alle ultime normative pensionistiche, ma nel 2022, con la sua conclusione è stata introdotta prima la Quota 102 e poi la Quota 103 tutt’ora in vigore. Ma con la pensione quota 100, quota 102, quota 103 è possibile lavorare? Vediamo le regole
Pensione fondo clero: le regole del 2025
Il Fondo Clero, ufficialmente noto come “Fondo di previdenza per il clero secolare e per i ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica”, è una gestione previdenziale speciale gestita dall’INPS. È stato istituito con lo scopo di assicurare una tutela pensionistica specifica per i sacerdoti secolari della Chiesa cattolica e per i ministri di culto di altre confessioni religiose riconosciute dallo Stato italiano.
Pensione anticipata precoci nel 2025
Nel 2025, la pensione anticipata per lavoratori precoci continua a rappresentare un’importante opportunità per chi ha iniziato a lavorare in giovane età. Questa misura consente di accedere alla pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica, a condizione di aver maturato almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima del compimento del 19° anno di età e di rientrare in specifici profili di tutela.
La totalizzazione dei contributi nel 2025
La totalizzazione dei contributi rappresenta, insieme al cumulo contributivo, uno degli strumenti più importanti per consentire, senza alcun onere economico, ai lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali, di acquisire il diritto a un’unica pensione di vecchiaia, anzianità, inabilità e ai superstiti.
Nuova prestazione universale per anziani: requisiti e modalità di accesso
Con il Messaggio n. 949 del 18 marzo 2025, l’INPS ha fornito ulteriori indicazioni operative sulla Prestazione Universale, un nuovo strumento di sostegno economico destinato agli anziani non autosufficienti, introdotto dal Decreto legislativo 15 marzo 2024, n. 29 (art. 34). Questa misura assorbe l’indennità di accompagnamento e altri contributi, garantendo un maggiore supporto alle persone con bisogni assistenziali gravissimi.
Contributi volontari 2025: quanto costano?
In caso di cessazione o di sospensione dell’attività lavorativa, i lavoratori dipendenti, parasubordinati o autonomi possono ricorrere ai versamenti volontari al fine di perfezionare i requisiti contributivi previsti per le varie forme di pensionamento (o in rare occasioni, per aumentare l’importo della pensione). Ma quanto costano per l’anno 2025?
Malattia ai pensionati lavoratori: nuove indicazioni dell’INPS
L’INPS, con la Circolare n. 57 dell’11 marzo 2025, ha introdotto nuove indicazioni sul riconoscimento della tutela previdenziale della malattia per i lavoratori titolari di un trattamento pensionistico che avviano un nuovo rapporto di lavoro dipendente.
Indennizzo commercianti 2025: a chi spetta?
I lavoratori autonomi iscritti all’Inps in qualità di commercianti, possono chiedere una prestazione mensile denominata “indennizzo commercianti” a condizione che chiudano definitivamente la propria attività rottamando la relativa licenza. L’importo della prestazione per l’anno 2025 è pari a 603,40 € lordi al mese (ovvero pari al trattamento minimo di pensione).
Opzione donna 2025: a chi spetta
La legge di bilancio 2025 (Legge n. 207/2024) ha prorogato la cosiddetta pensione “Opzione donna” per le lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024. Nel 2025 possono accedere a Opzione donna le lavoratrici caregivers, invalide civili in misura pari o superiore al 74% e le licenziate o dipendenti di imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
Novità pensionistiche 2025: cosa cambia con la Legge di Bilancio
La Legge di Bilancio per il 2025 ha introdotto importanti novità in materia di pensioni. Con la circolare n. 53 del 5 marzo 2025, l’INPS ha fornito le istruzioni operative per l’applicazione delle nuove disposizioni. Vediamo insieme i principali cambiamenti che riguardano lavoratori e pensionati.