PARLIAMO DI PENSIONI E WELFARE

Spieghiamo con parole semplici le varie regole del sistema previdenziale italiano.

Il riscatto del praticantato del promotore finanziario

Il riscatto del praticantato per il promotore finanziario è un'opzione che consente di valorizzare ai fini pensionistici il periodo di praticantato obbligatorio svolto per ottenere l'abilitazione alla professione. Si tratta di un istituto previsto dall’ordinamento previdenziale italiano, applicabile in determinate condizioni. Vediamole insieme.

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Pensioni: le agevolazioni per le lavoratrici madri nel 2025

Le lavoratrici madri che non hanno anzianità contributiva alla data del 31 dicembre 1995 o che, pur avendone, hanno optato per la liquidazione della pensione con un calcolo puro contributivo, possono beneficiare di alcune agevolazioni previste dalla Legge n. 335/1995 ovvero un anticipo dell’età pensionabile di 4 mesi per ogni figlio o l’aumento dei coefficienti di trasformazione maggiorato di un anno in caso di uno o due figli, e maggiorato di due anni in caso di tre o più figli. Vediamo insieme nel dettaglio le varie possibilità.

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LSU: il riscatto ai fini pensionistici

Il riscatto dei periodi di lavoro socialmente utile (LSU) permette ai lavoratori di valorizzare tali periodi anche ai fini del calcolo del trattamento pensionistico. Nel corso del tempo, la normativa ha subito diverse modifiche e, attualmente, il riferimento principale è rappresentato dall’art. 8 del D.Lgs. 468/1997 e dall’art. 26 del D.Lgs. 150/2015. Analizziamo nel dettaglio questa normativa.

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Il riscatto del servizio civile: come funziona

La normativa che regola l’accredito figurativo o il riscatto dei periodi di servizio civile è mutata nel tempo. A partire dal 1° gennaio 2009 il tempo impiegato nell'espletamento del servizio civile, che non sia coperto da altra contribuzione, può essere riscattato dai lavoratori in qualsiasi momento. Vediamo insieme cosa prevede la normativa.

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Pensioni: per chi non ha contributi al 01.01.2025 possibile aumentare l’aliquota contributiva

Con la L. 335/1995 si era creato un importante “spartiacque” tra i lavoratori che avevano maturato contributi entro il 31 dicembre 1995 e coloro che, invece, non ne avevano. Ora, con l’approvazione della L. 207/2024 (art. 1, commi 169, 170), si introduce un’ulteriore distinzione tra chi ha contributi al 31 dicembre 2024 e chi ne è privo. La novità più rilevante riguarda questi ultimi lavoratori, che al 1° gennaio 2025 non hanno alcuna contribuzione accreditata. Essi avranno la possibilità di incrementare volontariamente la quota contributiva a loro carico fino a un massimo del 2%, con l’obiettivo di migliorare l’importo della propria futura pensione. Vediamo ora nel dettaglio cosa prevede la nuova norma.

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Riscatto di periodi di aspettativa per gravi motivi di famiglia

I dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati possono richiedere, per gravi e documentati motivi familiari, un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a due anni. Durante tale periodo il dipendente conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa. Il congedo non è computato nell'anzianità di servizio né ai fini previdenziali ma il lavoratore può procedere al riscatto, ovvero al versamento dei relativi contributi. Vediamo insieme nel dettaglio tale istituto.

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Il riscatto dei periodi di formazione, interruzione o sospensione del rapporto di lavoro

Il riscatto di alcuni periodi in cui non si è prestata l’attività lavorativa è uno strumento molto utile per chi vuole colmare i vuoti nella propria storia lavorativa ed eventualmente anticipare la data della pensione. Nel nostro ordinamento, grazie al D.Lgs 564/1996, per periodi dal 1° gennaio 1997 è possibile riscattare i periodi di interruzione o sospensione del rapporto di lavoro (art. 5), di interruzione per formazione professionale (art. 6) e periodi di lavoro stagionale, discontinuo o temporaneo (art. 7). Vediamo insieme nel dettaglio le varie opzioni.

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Disoccupazione Naspi: tante le novità per il 2025

Sia la legge di bilancio per il 2025 che il Collegato Lavoro, hanno introdotto importanti novità per la disoccupazione NASpI. In particolare, i lavoratori che si sono dimessi volontariamente e successivamente vengono assunti nei 12 mesi successivi, da un altro datore di lavoro, non potranno percepire l’indennità se il nuovo rapporto di lavoro non è durato almeno 3 mesi. Inoltre l’assenza del lavoratore prolungata e non giustificata, verrà considerata come dimissioni. Vediamo insieme le novità.

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