9 Aprile 2024

I giovani di oggi andranno mai in pensione?

È difficile se non impossibile prevedere con certezza il futuro, ma sicuramente i giovani di oggi vedranno cambiamenti nel sistema pensionistico obbligatorio (c.d. primo pilastro) rispetto alle generazioni precedenti. Per garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici nel lungo termine, potrebbero essere necessarie riforme o adattamenti del sistema ad oggi vigente. Con questo articolo cerchiamo di dare alcuni spunti di riflessione anche con un esempio pratico.

Quante volte ti sei chiesto “Riuscirò mai ad andare in pensione?”. Non sei l’unico, infatti, sempre più persone si interessano con anticipo al proprio futuro pensionistico, cercando di capire non solo come massimizzare i contributi versati magari in più gestioni previdenziali, ma anche come poter arrivare alla fatidica data con un importo dell’assegno che consenta loro di mantenere un tenore di vita discreto.

I tre pilastri del sistema previdenziale

I tre pilastri della previdenza sono un concetto che si riferisce al sistema di protezione sociale in diversi paesi, tra cui l’Italia. Questi tre pilastri, nel loro complesso compongono un sistema di previdenza che mira a fornire un adeguato sostegno finanziario durante la pensione e rappresentano tre livelli distinti di previdenza:

1° Pilastro

Il primo pilastro è la previdenza sociale obbligatoria, gestita dallo Stato. Include le pensioni di vecchiaia e le prestazioni per invalidità e per i superstiti. I finanziamenti per questo pilastro provengono principalmente dai contributi pagati dai lavoratori (dipendenti o autonomi) e dai datori di lavoro.

2° Pilastro

Il secondo pilastro è la previdenza complementare di tipo “chiuso” ovvero fondi pensione negoziali che raccolgono solo le adesioni collettive e sono rivolti a determinati gruppi di lavoratori in base al C.C.N.L. applicato (nazionale o aziendale). Inoltre sempre al secondo pilastro, confluiscono i fondi pensione preesistenti, ovvero istituiti prima del 1993.

3° Pilastro

Il terzo pilastro è la previdenza complementare di tipo “aperto” ovvero fondi pensione offerti da banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio e società di intermediazione mobiliare. Possono raccogliere adesioni individuali o collettive.

La prospettiva di quando, come e con che importo i giovani di oggi andranno in pensione un domani, dipende da vari fattori, tra cui il sistema pensionistico del paese in cui vivranno, le tendenze demografiche, l’età di pensionamento e le politiche governative. Infatti se da un lato la classe politica tende, con cadenza ormai annuale a proporre nuove riforme del sistema previdenziale, queste idee, si scontrano poi con i numeri del bilancio dello stato che ahimè, non ammette grandi sforamenti.

In molti paesi di tutti il mondo, i sistemi pensionistici stanno subendo significativi cambiamenti a causa dell’invecchiamento della popolazione, della diminuzione del numero di lavoratori attivi rispetto ai pensionati e di una natalità che è ai minimi storici. Tali dati stanno mettendo sotto pressione i sistemi pensionistici nazionali con la conseguenza che gli stati stanno rivedendo e apportando modifiche ai loro sistemi pensionistici per garantire la sostenibilità finanziaria nel lungo termine.

È probabile quindi, che per i giovani di oggi il concetto tradizionale di pensione a cui siamo stati abituati, possa essere diverso rispetto a quello delle generazioni passate. Potrebbero essere necessarie politiche di pensionamento più flessibili, come il sostegno alla transizione verso il pensionamento parziale, ovvero forme di lavoro part-time (senza penalizzazioni sulla pensione) che permettono quindi da un lato di poter beneficiare della pensione e dall’altro, continuare a versare contributi utili per la stessa. Inoltre, molti giovani di oggi si interessano alla loro situazione previdenziale già da subito per capire se conviene riscattare la laureainiziare a costruire un fondo pensione complementare di 2° o 3° pilastro e come poter cumulare i periodo di lavoro svolti in più stati.

Secondo una ricerca del Consiglio Nazionale dei Giovani coordinata da EU.R.E.S. nei prossimi decenni per i lavoratori dipendenti che oggi hanno meno di 35 anni potranno accedere alla pensione con oltre 73 anni di età anni (73,6) e l’importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.577,00 € euro lordi mensili (1.099,00 € netti ca.).

È innegabile che la precarizzazione dell’occupazione rappresenti un fattore significativo che potrebbe influenzare negativamente le prospettive future della pensione. Questa precarizzazione si manifesta attraverso una serie di elementi, tra cui una notevole discontinuità lavorativa e retribuzioni spesso al di sotto dei livelli desiderabili. La discontinuità lavorativa implica periodi di impiego instabile o temporaneo, che possono comportare un minor versamento di contributi previdenziali e, di conseguenza, una riduzione delle prestazioni pensionistiche. Inoltre, le basse retribuzioni associate a forme di lavoro precario possono comportare contributi previdenziali inferiori e rendere più difficile per i lavoratori mettere da parte risparmi pensionistici sufficienti per il loro futuro.

Questo scenario evidenzia la necessità di affrontare le sfide connesse alla precarizzazione del mercato del lavoro non solo per garantire la stabilità economica dei lavoratori durante la loro vita attiva, ma anche per preservare un sistema previdenziale solido e sostenibile per le generazioni future.

Esempio pratico

Donna nata il 23 agosto 1993
Lavoratrice dipendente con imponibile previdenziale annuo di 27.000,00 € lordi
Al 31 dicembre 2023 ha 5 anni e 2 mesi di contributi da lavoro dipendente unitamente ad un periodo di contributi versati come collaboratrice in gestione separata Inps.

Quando potrà accedere alla pensione?

In base alla normativa ad oggi vigente, la ragazza si colloca in un sistema di calcolo puro contributivo così come definitivo dalla Legge n. 335/1995. In base a tale norma, infatti, se continua a lavorare come dipendente e con la stessa retribuzione, potrà accedere alla pensione con queste tipologie di prestazioni:

Tipologia pensione
Data
Importo mensile lordo
Requisito età
Requisito contributi
Finestra
Importo soglia*
PENSIONE ANTICIPATA

01/10/2060

1.509,00 €

67 anni + 1 mese

20 anni

Non prevista

Pari a 3 volte l’assegno sociale

PENSIONE DI VECCHIAIA

01/01/2064

1.837,94 €

70 anni + 4 mesi

20 anni

Non prevista

Pari all’assegno sociale

PENSIONE ANTICIPATA

01/06/2064

1.886,00 €

70 anni + 9 mesi

45 anni + 7 mesi

3 mesi

Non previsto

PENSIONE DI VECCHIAIA

01/04/2067

2.024,00 €

74 anni + 7 mesi

5 anni

Non prevista

Non previsto

*Potrà accedere alla pensione solo se l’importo della prima rata di pensione è pari ad almeno il valore indicato nell’anno di accesso alla pensione (nel 2024 il valore dell’assegno sociale è pari ad € 534,41 ed il valore pari a 3 volte lo stesso è 1.603,23). Se l’importo maturato è inferiore, non potrà accedere a quella tipologia di pensione.

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