Minimale contributivo vs retribuzione minima: la guida definitiva
Anche tra gli addetti ai lavori non è raro che si generi confusione quando si parla di “minimale INPS”, perché con questa espressione si fa riferimento a due istituti differenti. Da un lato esiste il minimale contributivo, ossia l’importo minimo di retribuzione imponibile che il datore di lavoro deve garantire affinché i contributi previdenziali siano regolarmente accreditati (art. 1 D.L. 338/1989 conv. in L. 389/1989). Dall’altro lato vi è la retribuzione minima annua per l’accredito di un anno intero di contribuzione, prevista dall’art. 7, comma 1 della L. 638/1983, che stabilisce la soglia di reddito sotto la quale l’anno assicurativo non è considerato pienamente valido ai fini pensionistici. Due concetti quindi distinti ma strettamente collegati, entrambi fondamentali per comprendere i riflessi previdenziali di un rapporto di lavoro e per garantire la corretta tutela assicurativa dei lavoratori.
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